lunedì 30 luglio 2012

Vivere insieme. Si può decidere di andare a vivere con un'amico/a, col fidanzato, con un genitore che si separa e tu devi scegliere con chi dei due andare, o restare.

Quando ero più piccola facevo spesso un sogno ricorrente: sognavo di vivere in un collegio.  Nel mondo onirico salutavo i miei e con le valigie in mano,  partivo per una scuola all'estero. Quasi sempre andavo in Inghilterra, e nei miei sogni la scuola era nel centro della città ma si sviluppava intorno ad un giardino. Era il tipico palazzone vittoriano, di colore giallo oro. Spesso pioveva e io guardavo fuori dalla finestra l'asfalto bagnato e gli alberi verdi, ed ero allegra e serena. Mi ricordo persino come erano arredate le stanze: sobrie con i muri grigio perla, le tende bordeaux, i mobili marrone scuro,  stanze forse un po' troppo eleganti per essere quelle di un dormitorio scolastico. Mi ricordo che l'aria dentro alla scuola era carica di promesse e io passeggiavo per i corridoi incontrando gli sguardi dei miei compagni, con la volontà di scoprire la vita e le storie che si nascondevano dietro ad ognuno di essi. Potevo avere all'incirca dodici anni. Forse è normale sognare di vivere con gente della tua età quando sei figlio unico.
E poi ti svegli il giorno dopo e...  hai trent'anni.
Entri in edicola, e il nuovo manga mensile di Ayu Watanabe ti chiama dagli scaffali col titolo "Living Together", vivere insieme, e tu scopri che é la storia di Aoi, la quale decide di andare a vivere da sola, vicino alla sua nuova scuola. Qui si scontra con un affascinante studente, Shusei Kugayama, che ha spezzato il cuore della sua migliore amica. Come nel più classico dei copioni dall'odio per il giovane, eroe byronico a tutti gli effetti, nascerà un rapporto di interesse morboso, alimentato dal fatto che Kugayama si trasferirà nell'appartamento accanto a quello di Aoi. Ah dimenticavo, lui è un principe.
Il fumetto è decisamente erotico, soft, ma erotico. E sicuramente nei miei sogni questa sfumatura non mancava.


Conseguenze: manga comprato e divorato. Perchè una volta i sogni li facevo così, spontaneamente. Invece oggi, talvolta, mi succede di doverli andare a comprare.

2 commenti: