sabato 22 dicembre 2012


Due settimane di assenza.
Super lavoro nel Centro Commerciale. La gente compra e tanto, alla faccia della crisi, e sono tutti sempre più pazzi e alienati. Crisi? Perchè ci sono meno soldi da investire in puttanate? Vi prego, andate a farvi un giro alla Caritas, poi ne riparliamo. Tutti quelli che piangono la crisi e si lamentano dell'Imu, in genere, non sanno cosa è la fame. Un po' di rispetto per le vecchiette con la minima che, con questo freddo, raccolgono le arance al mercato sotto casa mia a fine serata, per favore, non mi parlate più di crisi, vi odio borghesi del cazzo. Se siete economisti e volete parlarmi della crisi in termini scientifici accomodatevi pure, mi piacerebbe capirne di più. Ma per tutti gli altri... Tacete, una buona volta.
Fine del mondo non pervenuta. Fine di alcuni mondi... Ancora in corso.
Alcuni amici importanti, temporaneamente persi. Altri ritrovati.
Piacevoli sorprese dal passato, che diventa futuro, che diventa incognita e poi ritorna ad essere passato, piacevole ricordo, nuova presa di coscienza che da un valore nuovo a cose che prima non avevo capito e ora sono scese ancora più a fondo dentro al cuore, cambiando la loro posizione, elevandosi.
Trentuno anni rotondi festeggiati con le mie sorelle.
Agenda Moleskine nuova comprata, ansiosa di riempirla con tutte le cose nuove del 2013 che ancora non so bene quali saranno, ma se sarò viva ci saranno, bella la certezza delle cose che ancora non sai.
Ri-Visto "Il mago di Oz", ci potete credere che nel 1939 Victor Fleming ha diretto un film come quello? Va bene che ha fatto anche Via col vento, e che Il mago di Oz è l'idea di un certo Lyman Frank Baum, genio, ma trasformare in immagini un sogno come questo, in un' era in cui i computer, Instagram e la Pixar erano pura fantascienza, bè, bravo direi.


Tim Burton deve aver attinto a piene mani da questa fonte, grazie Victor. Con questo film, sogni di bambina che riemergono da uno specchio d'acqua che non ricordavo più dove avevo posizionato nella geografia dei ricordi, le prime forme di strutture mentali alternative alla realtà insieme ai libri, Peter Pan che torna a prendermi alla finestra, e sono Wendy, ancora una volta.

 
Ricevuto in regalo Piccole Donne di Mervyn Le Roy, 1949 (avendolo tra le mani ho pianto parecchio perchè non lo vedevo da secoli ed era introvabile e quando un feticista trova l'oggetto desiderato piange sempre un pò), film preferito, Jo è il mio mito di sempre, soprattutto interpretata da June Allyson e poi c'è Rossano Brazzi che fa la parte del professor Bear, Miglior Personaggio Maschile Della Storia Dei Tempi, top, fine dei giochi per tutti gli altri. Irreplicabile.

 
 
(Dialogo di questa scena:
-"Ma come posso sperare, non ho nient'altro da offrirvi che il mio amore e queste mani vuote"?
-"Ora non lo sono più").
 
I film sono i miei momenti di pace, per il resto perdo le chiavi di casa in giro, mi nutro di solo caffè e panettone, togliendo tutta l'uvetta, come solo un chirurgo saprebbe fare, e aspetto la neve, anche se so che mi darà fastidio quando guiderò.
Cos'è un Dicembre, il mio mese, senza neve? Mi hanno raccontato che quando sono nata nevicava, forse per quello mi piace così tanto la città imbiancata, perchè è la prima cosa che ho visto nella mia vita, il mio imprinting col pianeta Terra, la prima immagine che i miei occhi hanno registrato del mondo esterno, tutto cosi bello, normale che poi le aspettative immaginative siano sempre altissime.
 
Il mio cervello sta facendo burn out, troppi file, lo so, non per niente il giorno del Signore è la domenica, e Lui stesso ha detto che è giusto riposarsi almeno un giorno, che se non è la domenica va bene anche il mercoledi, e invece niente pausa in questi giorni, in nome di un altro dio,  il fasullo dio capitalismo.
Indi per cui, post scloncusionato, ma mi mancava scrivere qui e quindi meglio in compagnia di un pazzo che soli nel deserto, no?
Buona festa dell'inverno a tutti
 
C.E.
(Commessa esaurita)
Ps qualcuno vuole un pacchetto?


sabato 1 dicembre 2012

Sul pullman, mentre andavo a lavorare, ho visto una donna dall’aspetto scarmigliato, aprire una busta contenente due biglietti aerei, guardarli e passarsi una mano tra i capelli, la faccia preoccupata. Poi ho visto un’altra signora sulla cinquantina (molto truccata, con i tacchi alti e un cappotto alla moda) mangiare voluttuosamente dei pasticcini con la panna, con aria seria, concentrata e disinvolta. Infine ho sentito la voce ispanica di una ragazza bisbigliare qualche parola al telefono. Aveva una felpa col cappuccio calato sugli occhi e si vedeva solo la sua pelle liscia e ambrata, dal naso in giù. Parlando si è sciolta in un sorriso che ha abbagliato l’intero veicolo e tutti i passeggeri. Cosa le avranno detto?
Tre incipit, tre storie, tre vite. Di poche cose sono sicura, una di queste è che dietro ad ogni vita si nasconde almeno un segreto o una storia incredibile. La vita è l'unica vera fonte di ispirazione eterna per qualsiasi tipo di arte.
 
 
A proposito di storie... è arrivato l'inverno, e con lui il piacere di starsene a casa, ogni tanto.
Per riprendermi da alcune serate alcoliche ai confini della realtà (perchè a volte c'è bisogno anche di quello) questa settimana ho fatto la cura orientale, c'est à dire non sono uscita e dopo il lavoro mi sono rintanata  a casa tutte le sere ad ammazzarmi di manga e anime. E anche di film, ma quello lo faccio sempre.
 
Nel caso in cui voleste fare anche voi la cura orientale, per quanto riguarda la parte cinematografica vi consiglierei un film qualunque di Hayao Miyazaki, artefice di mondi alternativi fantastici (eredità lasciatami dall'uomo che più ho amato al mondo -grazie-) tanto che un certo Akira Kurosawa parlando di lui ha detto "Spesso lo paragonano a me, e mi dispiace perchè lo sottovalutano".
 
 
Ecco alcuni titoli, basta ingrandire la foto.
 
 
 
Il mio preferito? Non saprei, forse La citta incantata, perchè è un film che mi ha restituito dei pezzi di anima che avevo deliberatamente venduto o forse svenduto.

 


 
Per chi avesse voglia di leggere invece, la pioggia di questi giorni si sposa perfettamente con le graphic novels di Jiro Taniguchi (graphic novel è in genere un romanzo fatto a fumetto, quasi sempre con lettura all'occidentale cioè da sinistra a destra, quindi leggibilissimi anche da chi non è attratto dal classico manga con lettura al contrario).
 
 
 


 
Parecchi scrittori fanno la coda per vedere le loro storie fumettate dalla penna di Jiro (una su tutte Kawakami Hiromi "La cartella del professore"). 
La pioggia c'è nei suoi fumetti ma non così tanta, anzi, primavera, ciliegi in fiore e ricordi adolescenziali spesso la fanno da padrone. Certo è che se apri uno di questi volumetti e cominci a leggere mentre fuori piove, ti dimentichi dove sei e per magia vieni teletrasportato in una città lontana. Io per esempio mi sono ritrovata dentro al solito chioschetto del ramen, a mangiare con uno sconosciuto accanto.

 

Controindicazioni della cura orientale? Effetti di straniamento.
Infatti ....................
Mangiamo in silenzio, in mezzo alla gente. Finisco di mangiare e anche lui. Poi si alza, mi lancia un ultimo sguardo e se ne va via. Io mi alzo e lo seguo, per vedere dove va.