sabato 1 dicembre 2012

Sul pullman, mentre andavo a lavorare, ho visto una donna dall’aspetto scarmigliato, aprire una busta contenente due biglietti aerei, guardarli e passarsi una mano tra i capelli, la faccia preoccupata. Poi ho visto un’altra signora sulla cinquantina (molto truccata, con i tacchi alti e un cappotto alla moda) mangiare voluttuosamente dei pasticcini con la panna, con aria seria, concentrata e disinvolta. Infine ho sentito la voce ispanica di una ragazza bisbigliare qualche parola al telefono. Aveva una felpa col cappuccio calato sugli occhi e si vedeva solo la sua pelle liscia e ambrata, dal naso in giù. Parlando si è sciolta in un sorriso che ha abbagliato l’intero veicolo e tutti i passeggeri. Cosa le avranno detto?
Tre incipit, tre storie, tre vite. Di poche cose sono sicura, una di queste è che dietro ad ogni vita si nasconde almeno un segreto o una storia incredibile. La vita è l'unica vera fonte di ispirazione eterna per qualsiasi tipo di arte.
 
 
A proposito di storie... è arrivato l'inverno, e con lui il piacere di starsene a casa, ogni tanto.
Per riprendermi da alcune serate alcoliche ai confini della realtà (perchè a volte c'è bisogno anche di quello) questa settimana ho fatto la cura orientale, c'est à dire non sono uscita e dopo il lavoro mi sono rintanata  a casa tutte le sere ad ammazzarmi di manga e anime. E anche di film, ma quello lo faccio sempre.
 
Nel caso in cui voleste fare anche voi la cura orientale, per quanto riguarda la parte cinematografica vi consiglierei un film qualunque di Hayao Miyazaki, artefice di mondi alternativi fantastici (eredità lasciatami dall'uomo che più ho amato al mondo -grazie-) tanto che un certo Akira Kurosawa parlando di lui ha detto "Spesso lo paragonano a me, e mi dispiace perchè lo sottovalutano".
 
 
Ecco alcuni titoli, basta ingrandire la foto.
 
 
 
Il mio preferito? Non saprei, forse La citta incantata, perchè è un film che mi ha restituito dei pezzi di anima che avevo deliberatamente venduto o forse svenduto.

 


 
Per chi avesse voglia di leggere invece, la pioggia di questi giorni si sposa perfettamente con le graphic novels di Jiro Taniguchi (graphic novel è in genere un romanzo fatto a fumetto, quasi sempre con lettura all'occidentale cioè da sinistra a destra, quindi leggibilissimi anche da chi non è attratto dal classico manga con lettura al contrario).
 
 
 


 
Parecchi scrittori fanno la coda per vedere le loro storie fumettate dalla penna di Jiro (una su tutte Kawakami Hiromi "La cartella del professore"). 
La pioggia c'è nei suoi fumetti ma non così tanta, anzi, primavera, ciliegi in fiore e ricordi adolescenziali spesso la fanno da padrone. Certo è che se apri uno di questi volumetti e cominci a leggere mentre fuori piove, ti dimentichi dove sei e per magia vieni teletrasportato in una città lontana. Io per esempio mi sono ritrovata dentro al solito chioschetto del ramen, a mangiare con uno sconosciuto accanto.

 

Controindicazioni della cura orientale? Effetti di straniamento.
Infatti ....................
Mangiamo in silenzio, in mezzo alla gente. Finisco di mangiare e anche lui. Poi si alza, mi lancia un ultimo sguardo e se ne va via. Io mi alzo e lo seguo, per vedere dove va.


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