mercoledì 19 settembre 2012

Prendere la patente a trent'anni, è strano...

 
Sto vivendo come se ne avessi diciotto, è così che mi sento in questi giorni. Usare i mezzi pubblici mi ha insegnato una cosa su tutte: saper aspettare. D'inverno, d'estate, caldo, freddo afa o pioggia, ti devi organizzare prima e aspettare. Ma mentre aspetti puoi scegliere cosa fare: leggere, guardarti intorno, fare due parole con qualcuno, ascoltare musica... Come al solito è tutta una questione di prospettive, da quale angolazione scegliamo di vedere una determinata cosa, attribuendole in questo modo un valore positivo o negativo.
D'ogni modo, ora guido e ho scoperto che mi piace da morire, e che sono anche brava. Accompagno tutti ovunque: parenti, amici, mi faccio in quattro durante il giorno, passo tantissime ore in macchina; io so cosa vuol dire farne a meno quando ne hai davvero bisogno! Stasera sono riuscita persino a caricare una famigliola che era rimasta a piedi per via dello sciopero dei pullman... Mi hanno fermato al semaforo, erano a piedi e non sapevano come raggiungere il 9 (che avevano perso per un soffio). Così li ho caricati e mi sono lanciata all'inseguimento del tram. Preso!!! Sono scesi ringraziandomi come se fossi stata la Madonna. Mi sono fidata a caricarli e loro si sono fidati di me, bello no?
In questo mondo è così raro. Come al solito però bisogna rischiare un po'...
 
Sulla falsariga di queste nuove emozioni da guida questa settimana ho visto "Drive" con Ryan Gosling. Film perfetto, per quanto mi riguarda. Notevole se si considera che è uscito nel 2011 e l'industria cinematografica ultimamente non è che partorisca capolavori a tutto andare. Non voglio dire nulla, affittatelo o spendete 9 euro e 90, in entrambi i casi ne vale la pena. O scaricatelo se riuscite, io non lo faccio solo perchè sono una feticista dell'oggetto dvd.
 





 
 
 
 
 
 
Mai scontato, mai banale, entusiasmante. E poi Ryan è perfetto. (Si capisce tanto che lo amo? -_- ) Secondo me è il figlio segreto di Edward Norton. In soldoni  Drive è la storia di uno stuntman che per arrotondare fa il meccanico. E per arrotondare un po' di più fa anche altro. C'è da dire che il nostro amico è un po' disturbato emotivamente, ma è senza dubbio un cavaliere bianco, anche se con le mani sporche, in molti sensi.














Per gli appassionati del genere, e per coloro che hanno più tempo, rimanderei volentieri anche al più conosciuto "Grindhouse- A prova di morte" (Stuntman Mike: un mito) by Quentin e a "Punto Zero" di Sarafian.







































Post un po' più lungo questa settimana (per chi ha avuto voglia di arrivare fin qui ovvio) perchè sto per partire e starò via due settimane. Finalmente vacanze arrivate anche per me!
Scozia, Irlanda: sto arrivando. Chissà magari una volta li, mi noleggio anche una macchina.
Adesso posso farlo.
Come? Perchè non ho potuto farlo prima e ho preso la patente così tardi?
Beh... Questa è davvero un'altra storia...
 

giovedì 13 settembre 2012

Questa settimana sono rimasta con la schiena bloccata, è evidente che sto invecchiando. Devo decidermi a fare un po' di sport. In compenso ho guidato tanto, di notte, ho letto "Fiesta" di Hemingway, e ho comprato un libro di Don Winslow, "La pattuglia dell'alba".
Ho ritrovato una cara vecchia amica, e con lei sono andata a mangiare in un posto in collina che non esiste, dove il proprietario è fermo agli anni settanta e ha sempre qualcosa da raccontarti. Questa volta ci ha raccontato di quando ha ospitato un barbone a dormire a casa sua, quando viveva alla Gran Madre, mentre ci faceva assaggiare il bunet più buono della storia del mondo.
 
 
 
Questa settimana ho anche guardato "Il cavaliere elettrico" con Robert Redford e Jane Fonda, ma anche "Crazy Stupid Love" con Ryan Gosling, e mi sono follemente innamorata di lui.

 
 
 
Poi un giorno sono uscita dal lavoro e ho preso il pullman: c'era il sole come oggi, e io sono andata in una via del mio quartiere, sono entrata in un bar, ho ordinato un caffè da portare via e sono andata a portarlo ad un amico che lavorava in un cortile. Era sporco di grasso e senza maglietta, con cacciavite e martello in mano, e guardandolo ho pensato a quanto sono belli gli uomini.
Oggi invece mentre tornavo a casa mi sono fermata in panetteria e ho comprato le schiacciatine al farro, e l'odore del pane mi è entrato sotto la pelle. Non c'è niente di paragonabile all'odore del pane.
Forse solo l'odore delle persone che amiamo.
Questa settimana non ho voglia di parlare di UN libro o di UN film, perdonatemi. Qualche idea di riferimento ve l'ho lanciata, ma nel mio cuore in questi giorni si stanno scontrando troppi cieli per poter riuscire a parlare di una cosa sola.
 
 

martedì 4 settembre 2012

Oggi non posso proprio fare a meno di parlare della pioggia.
 
 
Lo so che tutti amate il sole e i costumi e le creme abbronzanti. Io invece, non ci posso fare niente, adoro la pioggia, e tra l'altro odio le rughe che lascia il sole perchè mi ricordano che sto invecchiando e che la vita prima o poi ha una fine. Per me è come se il mondo fosse finto, di plastica, e diventasse vero e prendesse forma, soltanto quando le strade sono bagnate, solo quando le gocce con il loro ritmo delineano il profilo e i contorni delle cose che sembrano prendere vita, sembrano trovare il loro posto nell'universo: esattamente dove si trovano.
In giorni come questi se hai la fortuna di essere a casa e di non lavorare, cosa che a me sta succedendo proprio ora, puoi metterti comodo sul divano o sulla poltrona (a me piace di più quest'ultima perchè mi abbraccia e mi raccoglie) dopo esserti preparato/a un caffè lunghissimo, da sorseggiare piano, o magari un té. Una tisana no, altrimenti ti addormenti.
Poi puoi scegliere se leggere le pagine di qualche libro, o se guardare un film.
In entrambi i casi la scelta oggi cadrebbe su Wuthering Heights, nel primo caso il romanzo di Emily Bronte, nel secondo il film diretto da Peter Kosminsky. Il titolo in inglese non vi dice nulla? Se dico Cime Tempestose va meglio?

 
Nessuno al mondo può dire di aver capito che cos'è l'amore se non ha letto Cime Tempestose.
E nessuno meglio di Ralph Fiennes ha saputo interpretare Heathcliff.
Non sapete chi è Heathcliff? Con tutto questo parlare di ribellione? Di amore malato? Di fascino gotico? Di vampiri, forse?

 
 
Heathcliff è ... il tormento e l'inquietudine. La violenza, l'incertezza, la passione. L'uomo che tutti gli uomini vorrebbero essere almeno una volta nella loro vita, e che alcuni invece sono per natura: l'insieme dei difetti istintivi che rendono unica una persona, l'uomo che tutte le donne hanno amato... come si fa una volta soltanto in un'intera esistenza. O almeno si dovrebbe fare. Cosa piuttosto difficile in un mondo sempre più determinato a sviluppare e diffondere il modello palestrato-lampadato-dallesopraccigliarifatte. Non che l'occhio non voglia la sua parte, per carità, io mi metto in prima fila quando si tratta di essere sanamente frivoli, la vita è già troppo pesante di per se, adoro i ragazzi giovani e carini e fare la gallina, o l'oca, ogni tanto va bene.
Ma una mano dentro l'anima, non te la mettono tutti i giorni. E forse più che il bondage o la carta di credito, è questo che vorrebbero davvero le donne.
Fuori continua a piovere... io ne approfitto, e premo play. 

    "May she wake in torment..."