martedì 24 luglio 2012

Qual'è la differenza tra essere e suscitare?
Ci sono cose che sono, semplicemente esistono. Una mela, una penna, una faccia.
E poi ci sono cose che suscitano, che provocano reazioni, turbamenti, riflessioni.
Oggi ho visto un film, L'assassinio di Jesse James da parte del codardo Robert Ford, titolo lunghissimo e anche la pellicola non scherza con i suoi 160 minuti secchi ed è stato questo film a farmi pensare alla differenza tra il semplice essere nella sua immanenza e l'essere in divenire. Esagerata, penserete. No, non è un'esagerazione: dentro a questo film c'è tutto. La vita, la morte, la vergogna, la paura, la bellezza, la spregevolezza, la mediocrità. Questo film è stato fatto con l'anima e i risultati si vedono.

"Aveva un problema agli occhi che lo portava spesso a stringerli quando guardava, come se il creato fosse una visione troppo intensa per lui..."

Quello che poteva essere il solito barbosissimo excursus romantico sulla vita di un ladro per bene nell'America di fine ottocento, un po' spietato ma gentiluomo -in tal caso sarebbe stato un filmetto, nient'altro- si trasforma in una storia originale e ben strutturata -un film che provoca e alla fine ti lascia un po' diverso rispetto a come eri prima di guardarlo, che bello- che si concentra sugli stati d'animo dei protagonisti e li comunica, prima e trasferisce poi sullo spettatore con leggerezza e facilità, compito arduo in tempi di inutili ridondanze-neo-smielodiche finalizzate allo sbanco del botteghino.
Tra l'altro l'interpretazione è valsa a Brad una bella coppetta Volpi come miglior attore nel 2007. E il minore di casa Affley, seppur meno fascinoso di Ben, si rivela straordinariamente capace e preparato nel mostrare al mondo come si interpreti la figura del codardo.
Entrambi ben lontani dall'essere due manichini.


E poi con tutti questi paesaggi tra Missouri e Kansas, tanto cielo, tanti cavalli, nuovole silenzi e diligenze, pistole e vestitoni ampi a fiori per le fanciulle, non so perchè, ma io ci vado a nozze.
Tutta colpa delle reminescenze delle vite passate. Esagerata, dite?
Può darsi...
Intanto provate a guardare con attenzione la scena in cui dal buio pesto arriva il treno da derubare e illumina tutta la boscaglia circostante come se fosse giorno, la figura del bandito Jess che si staglia come un'ombra nera contro la luce del treno, in piedi sui tronchi di legno posizionati sulle rotaie per arrestarne il corso. Sarò anche esagerata, ma anche voi penserete di essere stati, in un tempo lontano, li da qualche parte, accucciati nel bosco, insieme agli altri banditi, ad aspettare il treno.
Questa è la differenza tra essere e suscitare, tra il fare le cose mettendoci l'anima dentro o soltanto mettendoci sopra le mani.

3 commenti:

  1. che bello questo post...sei brava a scrivere....mille baci
    http://fashionscook.blogspot.it

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  2. "un film che provoca e alla fine ti lascia un po' diverso rispetto a come eri prima di guardarlo" io credo che questo sia la meta più alta che un film possa sperare di raggiungere e quando questo accade ti senti grata di essere nata nell'epoca delle pellicole.

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