sabato 7 luglio 2012




La mattina quando mi sveglio, non posso fare a meno della mia tazzina di caffè. Con gli occhi ancora chiusi carico la moka e accendo il gas. Non posso fare nient’altro prima di aver bevuto il caffè e mangiato un dolce: merendine, biscotti, pane tostato burro e marmellata (quando non sono di fretta), va bene tutto, purché sia zuccherato.
La colazione è un momento magico, mi riconnette alla vita. Mi piace farla da sola a casa, con la tv spenta e le finestre spalancate. Il massimo è quando ho il tempo di farmi una tazza di tè. Poi mi faccio lo stesso il caffè, per chiudere la colazione, ma prima comincio con il tè.
Orientale, evocativo, fa bene al cuore, d’inverno ti scalda, d’estate lo prepari prima, poi lo zuccheri, ci metti il ghiaccio dentro e ti disseta come nient’altro. Per bere il tè, devi prenderti un attimo, devi uscire dalla frenesia del quotidiano. Il tè è un atto di indipendenza e individualismo. È un atto di ribellione e di protesta, non siamo solo "produci consuma muori" siamo anche "adesso mi prendo un momento di puro ozio e me lo godo fino in fondo".  Mentre bevi puoi pensare.
Quando vado al supermercato mi perdo davanti alle confezioni di tè e tisane, ci sono troppi colori, troppi gusti, vorrei provarli tutti. Eppure tutto questo caleidoscopio di bustine non regge il confronto col tè sciolto, quello che si compra nelle erboristerie, nei negozi specializzati o nelle sale da tè.
C’è solo una cosa migliore del tè in foglie. Il tè in foglie acquistato direttamente nei paesi orientali. A questo proposito, sono molto fortunata: ho un caro amico che viaggia parecchio e che mi ha appena portato da Istanbul del tè fatto di fiori secchi e foglioline vere, così bello che quasi mi dispiace usarlo. Profuma di zafferano, limone, ciliegie e roselline di bosco e quando lo annuso e chiudo gli occhi mi sembra di riuscire a vedere il mercato in cui è stato comprato, di sentirne i rumori. Verso l’acqua calda sulle foglie e i fiorellini si aprono, come se tornassero alla vita, colorati e pieni.

Il mio amico ci è riuscito, gli avevo chiesto di portarmi un pezzo di Istanbul e lui mi ha portato un piccolo mezzo per teletrasportarmi laggiù, ogni volta che bevo una tazza di questo profumato pout-pourri posso viaggiare.
A volte dietro ad un gesto semplice si nascondono grandi propositi ambiziosi, come quello di regalare un sogno.
È giusto compiere questi piccoli gesti ed è giusto capirli. C’è un grande bisogno di condividere per ricordarci che siamo umani e per non pentirci di non avere fatto ciò che volevamo fare, finché ce n’era il tempo.

3 commenti:

  1. ma dai ure tu ti sei imbarcata in questa avventura??bravissima!!!mi fa molto piacere!!!ti seguo allora!!!mille baci piu uno!!!
    http://fashionscook.blogspot.it/

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  2. che bello questo post! davvero glam!!! le foto sono bellissime!

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  3. grazie eriel!!! belle anche le tue foto

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