venerdì 2 novembre 2012

Che cos'è il tempo, e che cos'è lo spazio?
No, non mi interessa la definizione. Aldilà del significato arbitrario di questi termini inflazionati, che tutti conosciamo, mi chiedo perchè a volte il tempo e lo spazio si divertano a mescolarsi e a confondersi tra loro. E mi chiedo perchè la neve abbia il potere di annullare queste due categorie, e anche di ingoiare e far sparire i rumori. Il potere della neve, dici poco.
 
Alejandro González Iñárritu fa cominciare uno dei suoi film più belli proprio così, in mezzo alla neve. Il titolo è Biutiful.
Non ci sono molte coordinate per capire in quale posto ci troviamo e in che epoca siamo. Di sicuro fa freddo e di sicuro siamo in un bosco, ma questo è tutto. E comunque non sappiamo se siamo in un posto reale o in un sogno.
 
In questo film Iñárritu ti calpesta il cuore, ci passeggia sopra e poi lo butta nel cassonetto. Il mattino dopo aver visto questo film ti svegli e non riesci a non pensarci, anzi sarà il tuo primo pensiero dopo aver aperto gli occhi.
 
 
Lui è un regista che spesso riflette sulla condizione umana (vedi Babel e 21 Grammi) ma qui ti entra proprio dentro, ti incolla allo schermo, ti costringe a pensare che ci sono molte persone sulla terra, molte vite, molte storie ed è necessario pensarci e rendersene conto per entrare dentro alla rete umana, per connetterti con il resto del mondo. Non puoi far finta che una cosa non esista, soltanto perchè è lontana, non funziona così. E non puoi nemmeno prendere in giro te stesso facendo finta di non sentire le cose e anestetizzandoti, perchè tanto lo sai che, presto o tardi, dovrai fare i conti con quelle sensazioni che ora stai seppellendo dentro di te. Devi ascoltarle, perchè vogliono dirti qualcosa.
La vita è tutto ciò che c'è, anche il dolore, i dubbi, le situazoni difficili e la morte. Queste cose esistono e non si può nascondere la testa sotto la sabbia, o fare come i bambini che mettendosi le mani sugli occhi e vedendo tutto buio credono di non essere visti. La vita non è una casa di bambola che costruisci con i pezzetti che escono ogni settimana in edicola.
La condizione umana è più complessa: a volte ricevi dei doni, a volte vivi un miracolo, e a volte invece ti va male e tu non ci puoi fare proprio niente, se non aspettare che passi l'onda mentre cerchi l'uscita di sicurezza.
Il dolore, le brutture, la pazzia, la tristezza ESISTONO. E la forza dell'uomo sta nella sua capacità di mantenere la dignità proprio nei momenti in cui queste forze negative si manifestano.
E l'uomo migliore è quello che in quei momenti, riesce a trovarci dentro la poesia.
 
 
Javier Bardem per questo film ha trionfato a Cannes 2010 per la migliore interpretazione maschile, e poi ha vinto il premio Goya nel 2011 come migliore attore protagonista. Bardem è il top nell'interpretare Uxbal: è intenso ma mai melodrammatico. Reale. Un attore moderno, maturo, vero. Così vero che pensi che lui e Uxbal siano davvero la stessa persona, non un personaggio con l'attore nascosto sotto la maschera. Consiglio di guardare questo film in lingua, magari coi sottotitoli, perchè l'accento di Javier e la sua voce sporca sono un valore aggiunto.
 
 
Dopo aver visto il film spero che riuscirete ad alzarvi anche voi un po' più contenti al mattino, un po' piu  consapevoli del fatto che (nonostante la crisi) rispetto ad altri siete molto, molto fortunati a vivere in questa porzione di spazio e tempo chiamati Italia, fine 2012.
Almeno, ancora per un po'.
 

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