domenica 3 febbraio 2013

Cosa ci impedirà di divorarci gli uni con gli altri?
Come riusciremo ad evitare l'effetto "Io sono Leggenda"?

L'altro giorno un mio amico mi ha raccontato di essere stato ad una convention relativa al progetto slow food e di come ha sentito che, per la prima volta nella storia dell'umanità, ci troviamo in un momento in cui la gente muore di fame non perchè ci sia poco, ma perchè sprechiamo troppo. L'economia globale produce cibo per 12 miliardi di persone, mentre noi siamo solo 7 miliardi, ma a mangiare decentemente sono solo circa due o tre miliardi e tutti gli altri o muoiono di fame o mangiano malissimo (clicca qui).
Di questo passo e sfruttando le risorse naturali in maniera sconsiderata, avendo come fine il 'profitto di pochi' e non il 'riempire la pancia di tutti', si arriverà inevitabilmente, e nel giro di pochi anni, ad uno scenario di carestia mondiale.
Ed è li che cominceremo a mangiarci gli uni con gli altri, non come purtroppo a volte gia facciamo adesso, bensì in senso letterale.


Allora mi sono chiesta: cosa mi impedirà di sbranare il mio vicino di casa?
Suona apocalittico, me ne rendo conto,  ma ... se dovesse accadere, grazie a cosa riuscirò a conservare la mia umanità?
Cosa è che fa di noi... noi? Le nostre scelte? Il nostro DNA? Siamo lombrosianamente cattivi dalla nascita o siamo influenzati dall'ambiente in cui viviamo, dalle persone che frequentiamo, dall'educazione che abbiamo ricevuto?
Come al solito credo che la risposta sia nel mezzo. Siamo istinto, siamo animali, ma siamo anche ciò di cui ci nutriamo.

Il mio blog non pretende di essere una chiccheria per intenditori, o un autocompiaciuto sfoggio di bravura. Non sono un critico e spesso mi appassiono a cose che la gente snobba per eccesso di intellettualismo; questo angolino serve solo a ricordare a me e a chi mi vuole leggere, che l'anima, lo spirito, la coscienza, insomma, chiamatela come volete, la parte interiore di noi stessi non organicamente deperibile (e non parlo dell'anima immortale intesa in senso classico ma magari anche solo del ricordo che rimane impresso di noi negli altri dopo la morte o ancor meglio del ricordo che le nostre azioni lasciano nella mente di Dio, qualunque sia il Dio in cui crediate o meno) ecco, questa parte va nutrita, coltivata, protetta e non necessariamente da qualunquistici buoni sentimenti, ma bensi dall'arte, in una qualsiasi delle sue forme, perchè questa è l'unica parte che può permetterci di evitare il tracollo fisico, le carestie, la follia generale.
La definizione di arte è causa di contoversie da millenni, lo so.
In senso ampio indica "ogni capacità di agire o di produrre, basata su un particolare complesso di regole e di esperienze conoscitive e tecniche, l’insieme delle regole e dei procedimenti per svolgere un’attività umana in vista di determinati risultati".
A me piace di più la definizione di un pazzo che un giorno, tra un dipinto e l'altro, si tagliò un orecchio:
“A tutt’oggi, non ho trovato miglior definizione dell’arte di questa, l’arte è l’uomo aggiunto alla natura – natura, realtà, verità. Ma col significato, il concetto, il carattere che l’artista sa trarne, che libera e interpreta.”


L'arte non è sempre piacevole, a volte esprime angosce e paure, a volte è spaventosa, terrificante, ma è in ogni caso liberatoria ed è un elemento elevato alla potenza perchè da qualcosa sia all'emittente che al destinatario. Ma che cos'è in sostanza e cosa c'entra con le carestie?
Secondo me l'arte è un libro, un film, una passeggiata con un amico, un giorno lontano dalla propria città, una notte trascorsa abbracciati a qualcuno che non avresti mai pensato avrebbe potuto mancarti cosi intensamente e invece sorpresa... Tutto è arte, e c'è bisogno di questo, non solo di lavoro, vegetazione su programmi Mediaset e lobotomizzazione in discoteca.
Ieri sera guardavo un film di Matthew Vaughn, The Pusher, che esordisce con una frase semplice ma vera:
"Diamo alla gente quello che vuole: divertimento oggi, rincoglionimento domani". Eh già.



E invece c'è bisogno di silenzi e di bei rumori, c'è bisogno di ricordare che i colori veri non sono quelli che vediamo e che sotto la patina del grigio-smog si nasconde un verde originario più brillante, che dentro all'impoverimento e alla tristezza, si annida un grande bisogno di amare e di essere amati, protetti, considerati, ascoltati.



Io non posso cambiare il cuore marcio della società in cui vivo e a volte neanche il mio. Però amo, e penso. Amo qualcuno in maniera più intensa, qualcuno di meno, qualcuno in maniera malata. Spesso penso inutilmente e mi preoccupo per sciocchezze, altre volte invece non lo faccio abbastanza.
Ma in entrambi i casi, non ho nessuna intenzione di smettere. Non voglio smettere di amare, ne di pensare, ne tantomeno di cercare i colori veri, trasparenti, palpitanti, che si nascondono dentro alle  persone, che sono umane, come me, e che non vorrei dover divorare domani, sospinta dallo stomaco vuoto non solo di cibo, ma della consapevolezza di essere molto di più che semplici animali.

2 commenti:

  1. Io penso che ci potrà salvare il vivere con passione. La passionalità rende cose che potrebbero essere banali molto più importanti e sentite, così il mangiare diventa il nutrirsi e tutto a un tratto ti viene voglia di entrare in connessione con gli altri individui attraverso questo canale e di aprirti alla condivisione di ciò che ti fa sentire più sveglio, meno intorpidito...che è un po' tipico dell'arte, in effetti.
    Dopo averti letta tutta e aver già scritto qualcosa, mi fa piacere darti un consiglio, perchè la tua sensibilità ed intelligenza sono rare e preziose: trova un modo affinchè le parole del tuo amico non si perdano senza che ti abbiano cambiata almeno un po'. Le sue parole sono troppo importanti per volare via col vento...

    Infine: un'altra assonanza oltre quelle che già ti ho scritto: la foto che hai messo della valigia in mare...l'ho guardata anch'io proprio stasera, per valutare se metterla nell'ultimo intervento del mio blog.
    Un abbraccio!

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  2. Ciao! Leggo solo ora il tuo commento, prezioso spunto per altre considerazioni... Grazie per avermi letta e ... farò senza dubbio tesoro delle parole del mio amico :-) un abbraccio a te

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