martedì 13 agosto 2013

 
È già passato un anno da quando ho cominciato a scrivere qui.
In questo anno sono successe cose bellissime ma anche cose bruttissime. Cose drammatiche, comiche e anche tragiche, perchè è proprio vero che la vita è come il teatro e viceversa, all'infinito.
Di quest'anno ricordo soprattutto che sono successe cose che non avrei mai potuto immaginare sarebbero accadute. Invece le infinite possibilità che si creano dall'intersecarsi delle strade, delle persone e delle storie di quell'enorme baraccone che chiamiamo pianeta Terra, hanno superato di gran lunga la fantasia, il romanzo, la fiction.
Ho smesso di scrivere per un mese perchè proprio allo scadere di questo anniversario sono successe cose più grandi di me e ho dovuto gestirle e adattarmi al cambiamento, imparando nuove strade da una persona che ha un coraggio e una forza smisurati, sovrumani e che io stimo oggi come non mai.
In questo mese non ho avuto il tempo nè di leggere nè di scrivere nè di guardare i film che tanto amo, ma questo non ha fatto altro che rafforzare in me la convinzione che i bisogni dell'anima sono forti tanto quanto gli stimoli delle necessità fisiche, almeno per quanto mi riguarda, e che vanno soddisfatti affinchè non muoia in noi la consapevolezza di essere ognuno protagonista della più grande storia che per ora si conosca, quella dell'Umanità.
Ora, dopo il mio terremoto personale, le mura si stanno riassestando e come ogni volta comincio subito a ricostruire, ansiosa, come sempre, di mangiarmi la vita e di non sprecare un giorno.
 
Ho cominciato da una settimana a costruire il mondo esterno, quello intorno a me, lavorando duro.
Ho cominciato un anno fa a rimettere le fondamenta dentro me stessa, uscente da una vita vecchia, diretta verso una vita nuova e sconosciuta.
E oggi ho messo un altro mattone di una nuova me quando (guidando sotto il sole bollente, dentro un'afa piacevole, quasi evocativa, tra le strade di una Torino sempre più deserta) mi è arrivata addosso una secchiata di brividi sotto la pelle, perchè alla radio è passata "The ghost of Tom Joad".
La città era mia e mi sentivo libera, libera come il pazzo che in Nuovo Cinema Paradiso va in giro gridando "La piazza è mia!", libera, affamata e appagata.
Auguro a tutti voi di sentirsi così almeno una volta, sorpresi dalla sottile poesia della vita senza un vero motivo e senza una ragione grandiosa, mentre eravate nel silenzio di voi stessi a fare tutt'altro.
 
p.s. Non ho smesso di comprare libri e dvd. Presto ve li "racconterò" :-)
 
Vale
 
 

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