venerdì 19 ottobre 2012

 
Questa settimana ho rischiato e sono andata al cinema a vedere  "On the road" il film appena uscito nelle sale, tratto dall'omonimo romanzo di Kerouac. Non male: il regista è lo stesso de "I diari della motocicletta" il brasiliano Walter Salles. Mi ha colpito la caratterizzazione di Dean Moriarty ( in realtà Neal Cassady, il compagno di viaggio di Kerouac) un vero stronzo egoista, ma quanto mai vitale. Il regista non ha insistito sull'aspetto della ricerca del padre e non è sfociato nel patetico per fortuna. Anche perchè Neal Cassady era tutto tranne che patetico.
Bene il consiglio della settimana è finito, andate al cinema.

 
A chi ha ancora cinque minuti di tempo invece, mi piacerebbe raccontare una cosa che mi è successa qualche giorno fa.
Erano le ventuno e quindici circa e stavo per chiudere il negozio. Avevo gia finito di fare tutto e mi ero seduta un attimo dietro al bancone.
"Si faccia coraggio, ha quasi finito" mi sussurra un uomo sulla sessantina con un cane al guinzaglio.
Gli sorrido e mi rendo conto che i miei pensieri sono sempre troppo trasparenti, quasi visibili sul monitor della mia faccia.
Lui comincia a chiacchierare, perchè è da solo e ha sua moglie in ospedale. Mi racconta di come il suo cagnolino una volta gli ha parlato chiedendogli di portarlo via dalla casa dei suoi ex padroni che non lo amavano e lui l'ha fatto. Mentre parliamo scopro che è un ex pilota di aerei in pensione ed è molto preoccupato per la crisi che sta attraversando il nostro paese.
Lui è un uomo intelligente e lucido, con un velo di mestizia sugli occhi, un uomo consapevole ma non rassegnato.
Prima di andarsene, come se fosse riuscito a leggere il contenuto del mio cuore, mi dice
"Signorina, non si preoccupi. Lei sarà sempre un po' infelice. Sa perchè? Perchè l'intelligenza che vedo nei suoi occhi non le darà pace fino al suo ultimo giorno. Ma non si dimentichi mai questo: lei  è una donna e in quanto tale è un essere superiore perchè siete voi che ci fabbricate, e questo già vi eleva su uno scalino più alto rispetto a noi. E quando proprio non si sentirà bene, faccia come me: salga su una collina qualunque, tiri su gli occhi verso il cielo stellato e si ricordi dove siamo e di cosa facciamo parte. Facciamo parte di qualcosa di grandioso. Io ci porto sempre mia moglie, che negli ultimi anni ha contratto una malattia mentale, e persino lei si sente meglio, si sente sollevata e guarda il grande spettacolo a bocca aperta".
 
 

É vero che siamo parte di qualcosa di grandioso. Anche se talvolta ci sembra di avere intorno solo spazzatura, cattiveria e qualunquismo. Io non dimenticherò mai questo cliente, che senza dubbio non ha scoperto l'acqua calda, ma se non altro ha tirato giù le barriere della formalità, ha fatto il salto del muro e si è UMANAMENTE avvicinato a me, una commessa dentro ad un negozio di orologi, alla fine del suo turno.
 
 
Forse è solo questo che dovremmo cercare di fare lungo il viaggio, lungo la strada, lungo il percorso che ci è stato affidato e che dobbiamo comunque portare a termine, anche se non sappiamo di preciso quando finirà.
 

1 commento:

  1. Senza parole. Sono quei momenti che aprono un cuore. Se fossi stata in te, poi, sarei andata a casa e avrei pianto tutte le mie lacrime.

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